Andrea Scanzi torna in Puglia con il suo Gaber se fosse Gaber. Ecco sette motivi per andare a vedere lo spettacolo al Teatro Palazzo di Bari sabato 8 aprile.
Gaber mon amour. Come spesso accade, la passione diviene amore quando scatta in noi qualcosa che ci spinge a cambiare drasticamente il nostro approccio a un determinato scorrere delle cose.
Questa storia parte da lontano, da un padre che alimenta una fiamma di passione gelosamente custodita nel proprio cuore e che trasmette al figlio come una preziosa eredità, come un pregiato blasone o una inestimabile ricchezza da conservare per le generazioni a venire.
Era il 1991, a Fiesole vicino Firenze come una folgore dal cielo piombò nella vita del giovane Andrea una bomba di nucleare cultura di nome Giorgio Gaber. Fu in quella occasione che papà Scanzi – cultore appassionato del Signor G – cedette al figlio il testimone: da quel momento, Gaber divenne per Andrea Scanzi una traccia da seguire, il “passaggio a nord-ovest” verso le verità scomode che nessuno voleva raccontare, ma in molti erano pronti ad ascoltare. Gaber mon amour.
Giorgio Gaber: il Signor G che non le mandava a dire
È un dato di fatto che la storia ha ampiamente registrato: Giorgio Gaber non le mandava a dire. Pessimista ma utopico, mordace e ironico, nella sua satira rivolta alla politica e agli usi e costumi dell’Italia che visse, con foga di grande comunicatore, mise in musica testi dal sapore agrodolce (per le menti anestetizzate) e alimentò fiumi che confluirono in roboanti cascate di risate e scroscianti applausi ad ogni suo spettacolo.
Ma non tutti conoscono Gaber
Non è sacrilego dirlo ma semplice verità: Andrea Scanzi con Gaber se fosse Gaber cerca appunto di far conoscere al pubblico – inteso nel modo più trasversale possibile – la vita e il pensiero di colui che inventò il teatro canzone. A ragione o a torto, non conoscere Gaber è un peccato perché si perde davvero una ricchezza di intelletto fuori dal comune.
Sette motivi per andare a vedere Gaber se fosse Gaber
Un premessa è d’obbligo: Scanzi non è un attore ma fa teatro e va in scena portando con sé Gaber nell’unica maniera possibile: come se fosse Gaber. Come le note musicali formano il pentagramma, ecco sette motivi del perché dovete andare al Teatro Palazzo di Bari per vedere Gaber se fosse Gaber.
1) per conoscere Gaber: le nuove generazioni (ma anche quelle con qualche anno sulle spalle) non possono conoscere il cantautore milanese se non attraverso le sue canzoni e il materiale circolante su internet, poter ascoltare dal vivo chi dal vivo ha avuto modo di vedere Gaber è valore aggiunto;
2) per conoscere un’Italia che non c’è più, o quasi: Gaber è stato in attività dal 1958 al 2002, ha vissuto gli anni d’oro della radio e della televisione, il Rock and roll, i moti studenteschi del ’68, la fine della Prima Repubblica e gli inizi della Seconda Repubblica, ha collaborato con Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Mina, ha dato vita al Teatro Canzone, tutto sempre raccontando pregi, difetti e stereotipi dell’Italia e degli italiani;
3) perché Andrea Scanzi è un bravo comunicatore: bisogna vederlo dal vivo per capire questa affermazione, perché non porti in scena un personaggio complesso come Gaber se non hai dimestichezza nel saper usare le parole, cosa che il Signor G sapeva fare in maniera formidabile;
4) perché Andrea Scanzi è figo: anche l’occhio vuole la sua parte e sia pubblico femminile sia maschile apprezzano molto il mix di bellezza umana, culturale ed estetica che Andrea Scanzi è capace di sprigionare sul palco;
5) perché Gaber se fosse Gaber mancava da un anno in Puglia: il 15 marzo 2016 lo spettacolo è andato in scena al Teatro “Umberto Giordano” di Foggia per la prima volta in anteprima regionale. In quasi cinque anni di messe in scena è solo la seconda volta che lo spettacolo approda in Puglia, un evento speciale dunque da non perdere (leggi la recensione di Ilaria Di Lascia);
6) perché Andrea Scanzi è molto diverso da come appare in tv: niente politica solo critica musicale, non è in questo caso quel giornalista che può risultare un po’ antipatico, non sempre amato nel suo ruolo di opinionista e tacciato di essere onnipresente nelle trasmissioni televisive. In questa circostanza, ascoltarlo ne vale davvero la pena;
7) perché il teatro è cultura: andare a teatro fa bene alla mente, all’animo e amplia il proprio bagaglio culturale; Gaber era un grande promotore culturale, instancabile artista a tutto tondo che ci ha lasciato una grande eredità che vale più di un blasone o di un tesoro: la libertà di pensare.
Leggi anche l'intervista ad Andrea Scanzi di Ilaria Di Lascia.